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Dalle scoperte tecnologiche alle ri-scoperte del passato – Oro verde “la canapa”

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Origini e futuro della canapa
Storia della canapa
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La Canapa: ieri e oggi.

Ci troviamo in un’ epoca di rivoluzione digitale, di progresso scientifico e tecnologico molto avanzato, in cui la società attuale ha fatto passi da gigante: la scoperta di sistemi planetari extrasolari o addirittura la decodificazione del genoma umano. Se da un alto quindi si afferma la corsa spasmodica al futuro, dall’altro si comincia a valorizzare un ritorno alle origini ed emerge la volontà di investire tempo, risorse e lavoro su prodotti e attività artigianali e/o tradizionali associate al concetto di “alta qualità”. 

Per molti c’è un’ inversione di tendenza. Si sta tornando alla coltivazione della terra!

Studiare il passato e rivalutare gli antichi mestieri, quelli tramandati da padre in figlio. Una coesione tra l’antico ed il moderno, tra culture vecchie e nuove. La storia sembrerebbe tornare al suo punto di partenza.

Ad oggi, infatti,  si sta investendo molto nella coltivazione di prodotti utilizzati in passato anche grazie, negli ultimi anni, ad alcune trasformazioni normative. C’è la rinascita, per esempio, di molte colture che, in poco tempo, stanno spopolando nella cucina italiana come: la quìnoa, il miglio, i semi di canapa, ect.…. 

Canapa – L’ORO VERDE

Di interesse nazionale è proprio il ritorno alla coltivazione dell’ORO VERDE “LA CANAPA”. 

In commercio la troviamo nelle forme più svariate: negli alimenti, nei cosmetici, nei prodotti per la bioedilizia, nei materiali utilizzati per la fitodepurazione per la bonifica di siti inquinanti, negli olii e carburanti, nei medicinali, negli alimenti, etc…

Basti pensare che agli inizi del Novecento eravamo tra i migliori produttori mondiali di canapa (2° dopo l’Unione Sovietica) con circa 100mila ettari del territorio italiano coltivati. Intono alla produzione ed il commercio vi era l’impiego di una quantità di artigiani diversi. Nascevano nuove figure professionali, tra le quali le Canapine e i Canapini. Le prime erano operaie specializzate dedite all’arte tessile mentre le seconde erano coloro che pettinavano la canapa così da rendere le fibre più soffici e lavorabili.

Oggi, da nord a sud Italia, c’è una riscoperta di questa coltura portando alla nascita di molte aziende agricole e non e alla rinascita di alcune già esistenti. 

A Campotosto, ad esempio, piccolo paese aquilano, c’è Assunta Perilli, una tessitrice di filati pregiati che usa telai e tecniche antiche. E’ la tessitrice delle scarpe marchigiane di Alberto Fasciani realizzate con lino di Campotosto e canapa, tinta in modo artigianale dalla signora Maria Ferri, presentate al Pitti Uomo 2018. 

Dalla Sicilia, precisamente nel quartiere di San Francesco di Paola di Cartagirone, arriva l’olio di canapa migliore di Italia. Il premio è stato assegnato nel corso di “Canapa è”- evento che promuove, tutela e diffonde  la coltivazione della canapa sativa tenutosi a maggio a Frattamaggiore (NA). Qui sorge lo storico Molino Crisafulli, nato nei primi anni del Novecento e ristrutturato nel 1951.Nel 2009 nasce la società “Molino Crisafulli Società Cooperativa Agricola arl” che inserisce un mulino con macina a pietra per la produzione di farine integrali.

Per coordinare queste piccole – medie aziende agricole o altre realtà produttive, in Italia sono nate delle Associazioni. Tra le principali: Assocanapa, FederCanapa e ItalCanapa.

Anche in molti paesi europei si sta tornando ad investire sulla canapa. Ad oggi i maggiori leader europei sono:  Francia, Germania, Regno Unito, Belgio, Polonia e Romania, etc… La Francia mantiene il primato nella produzione di canapa industriale davanti alla Germania e al Regno Unito. 

Stiamo in un certo senso cercando di farci strada per recuperare la leardership del passato nella coltivazione della canapa attraverso anche delle campagne promozionali, incentivi statali e nuovo quadro normativo, il tutto utile per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale di questa pianta oramai famosa a tutti.

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