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Che cosa è la sclerosi multipla?
La sclerosi multipla è una malattia neurodegenerativa con lesioni a carico del sistema nervoso centrale. Si verifica un danno ed una perdita di mielina in più aeree (ecco perché multipla) del sistema nervoso centrale.
Nel mondo si contano circa 2,5-3 mln di persone affette da Sclerosi multipla, di cui 600.000 in Europa e 118.000 in Italia. E’ diagnosticata perlopiù tra i 20 ed i 40 anni e le donne risultano colpite un numero doppio rispetto agli uomini.
Non è stata ancora individuata una cura definitiva ma sono disponibili terapie che modificano il decorso della malattia riducendo la gravità e la durata degli attacchi.
Cause
Sono in parte sconosciute. La malattia ha origine da una combinazione di fattori ambientali e genetici.
Sintomi
I sintomi si distinguono in comuni e non comuni. Tra quelli comuni: disturbi visivi, delle sensibilità, sessuali, cognitivi, intestinali, del linguaggio, fatica e debolezza, depressione. Tra quelli non comuni (meno frequenti) sono i distubi della deglutizione, epilessia, problemi respiratori.
La spasticità, aumento del normale tono muscolare a riposo, è uno dei sintomi più comuni.
Tutti i sintomi si possono presentare singolarmente oppure simultaneamente.
L’uso dei cannabinoidi nella SM
Un sintomo frequente della Sclerosi multipla è il DOLORE. Le terapie del dolore disponibili non sono in grado di gestire al meglio il dolore di questa malattia.
L’uso di cannabinoidi possono rappresentare un opzione interessante. I farmaci derivati della cannabis possono essere sintetici (sostanze ottenute da procedimenti industriali) oppure di origine naturale.
Nella sclerosi multipla le ricerche seguono due direzioni: l’uso dei cannabinoidi da utilizzare come trattamenti sintomatici oppure come eventuali trattamenti di base, cioè trattamenti “neuroprotettivi”.
Come reagiscono i cannabinoidi? L’organismo umano produce normalmente sostanze simili ai cannabinoidi gli endocannabinoidi. Nel sistema nervoso centrale e nel sistema immunitario esistono dei ricettori che riconoscono i cannabinoidi. Quest’ultimi interagiscono con il sistema nervoso centrale ed immunitario rispettivamente con due differenti recettori CB di tipo 1 e 2. Tali ricettori vengono attivati dagli endocannabinoidi prodotti dal nostro organismo con effetti simili al THC. Dai numerosi studi si è dimostrato che la cannabis agisce favorevolmente su molti complessi meccanismi che determinano la morte dei neuroni, per tali motivo farmaci contenenti cannabinoidi vengono utilizzati nella Sclerosi multipla.
Sul sito dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM) troverete un dossier scientifico molto interessante “Cannabinoidi e sclerosi multipla” che ripercorre gli studi fatti proprio sull’uso di cannabinoidi nella sclerosi multipla, aggiornato al 2017. Nel documento si parla di che cosa sono i cannabinoidi, come reagiscono nel nostro organismo, dei farmaci utilizzati, degli effetti collaterali, della legislazione italiana in merito, degli approfondimenti, della storia e degli studi clinici.
Nel 2013 in Italia è stato approvato dall’Agenzia Nazionale del farmaco il primo farmaco a base di cannabinoidi: il Sativex per il trattamento della spasticità muscolare nelle persone affette da Sclerosi Multipla.
Sul sito dottoremaeveroche.it, portale contro le fake new in campo medico istituito dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi ed odontoiatrici, alla domanda:”dottore la cannabis riduce la spasticità ed il dolore?” (link all’articolo) risponde Il Pensiero Scientifico Editore (tra le più “antiche” case editrici scientifiche italiane. Fondata nel 1946, collabora con le principali istituzioni sanitarie pubbliche del nostro Paese): gli studi svolti finora hanno riguardato circa 2.400 pazienti, alcuni studi testavano il farmaco Sativex altri, invece, l’estratto di cannabis sativa in capsule ed altri ancora le sigarette di cannabis. Tutti gli studi utilizzavano l’effetto placebo come gruppo di controllo. In atre parole per valutare l’efficacia e la sicurezza ad un gruppo di persone veniva somministrato derivato di cannabis ed ad un altro gruppo era dato una sostanza priva di principio attivo. I risultati variavano a seconda delle scale di misurazione utilizzate. Quelli che utilizzavano la scala Ashworth (scala per la valutazione del tono muscolare, da 0 nessun aumento del tono a 4 arto rigido in flessione o in estensione) non mostrarono alcuna differenza tra cannabis e placebo. I risultati invece degli studi che utilizzavano la scala NRS (scala di valutazione numerica che valuta l’intensità del dolore dal valore 0, nessun dolore, a 10 il dolore più terribile che si possa immaginare) era a favore della cannabis. Altre ricerche misuravano l’efficacia della cannabis semplicemente dal giudizio del paziente espresso verbalmente senza utilizzo delle scale di misurazione.
Conclusione
Ci sembra opportuno concludere con una considerazione fatta da persone qualificate in materia, ecco infatti che riportiamo testualmente quanto indicato nel portale della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi ed odontoiatrici (fnomceo) sopracitato “per dare risposte prive di incertezza circa la sicurezza della cannabis come terapia di supporto nella gestione della sclerosi multipla sono necessari uteriori studi, che coinvolgono un numero di pazienti più ampio. Le ricerche dovrebbero anche ricorrere agli stessi sistemi di misurazione degli esiti così che i risultati possono essere successivamente confrontabili”.