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Raphael Mechoulam padre della Cannabis
Nasce a Sofia, in Bulgaria il 5 Novembre del 1930. Si trasferisce in Israele e dopo essersi laureato in chimica (1964) riesce ad isolare e sintetizzare il Δ9-tetraidrocannabinolo (THC).

Successivamente individuerà anche il Cannabidiolo (CBD) ed altri importanti principi attivi della Cannabis.
L’Illuminazione
Tutto nasce da un po’ di hashish preso dalla polizia locale. Comincia a studiare il composto vegetale e subito ne riscontra le grandi potenzialità psicoattive e medicinali. In particolar modo queste ultime le ha potute riscontrare sul CBD, Cannabidiolo che è riuscito ad isolare in un secondo momento.
Il sistema endocannabinoide
Nell’arco dei decenni Mechoulam capì gli effetti che i cannabinoidi hanno sull’uomo. In particolare ha capito che produciamo naturalmente cannabinoidi e che il corpo umano li utilizza per regolare umore, dolore, memoria e molto altro.
Nella sua ricerca, il chimico ha anche scoperto un acido grasso che ha chiamato anandamide e che funge da neurotrasmettitore.
Recettori CB1 e CB2
Al centro dello studio ci sono 2 recettori molto importanti: il CB1 e il CB2. Il primo si trova nel sistema nervoso centrale ed è strettamente correlato al comportamento alimentare. Il secondo, invece è legato alla capacità di modulare la risposta immunitaria.
Questi ricettori hanno permesso la scoperta degli endocannabinoidi, molecole che ad essi si legano e che somigliano molto ai cannabinoidi esogeni della Cannabis. Da qui la conclusione e la scoperta che il corpo umano è dotato di un vero e proprio sistema endocannabinoide che sintetizza e smaltisce questi composti.
Il Sistema Endocannabinoide agisce su richiesta, esercitando le sue azioni solo dove e quando serve. Questo lo distingue dagli altri ormoni e neurotrasmettitori che vengono immagazzinati ed usati all’occorrenza.
Il Sistema Endocannabinoide incide sulle attività dell’asse ipotalamico-ipofisario-surrenale e consente di affrontare lo stress, entrando in azione anche in aree cerebrali quali l’ippocampo, l’amigdala e la corteccia prefrontale. Inoltre, l’anandamide, interagendo con il recettore CB1, possiede una complessiva capacità anabolica. Questo spiega la famosa “fame chimica”. In sostanza il THC che si lega al recettore CB1 e ne causa la comparsa.
Ancora una dimostrazione che il rapporto Uomo-Cannabis è spesso stato discriminato e penalizzato da cattiva o totale assenza di informazione. L’essere umano può, quindi contare su questa versatile ed affascinate pianta dalle mille risorse, purtroppo non ancora completamente svelate.