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Startup “green” made in Italy
Due giovani siciliani, Giovanni Milazzo e Antonio Caruso, investono nell’idea green: la “bioplastica” derivata dalla canapa unita ad altri materiali di scarto vegetale o agricoli.
Una plastica ecosostenibile e 100% compostabile, ideata per sostituire materiali termoplastici.
Nasce così qualche anno fa “Kanèsis”: un’azienda che produce filamenti per stampanti 3D interamente vegetali ed ecologici.
Il “modello canapa”
L’idea non è nuova perché esistono già bioplastiche derivate per esempio da amido di mais o canna da zucchero, ma l’originalità e l’innovazione stanno nel fatto di utilizzare una pianta, quella di canapa, molto più ricca di cellulosa e versatile, una coltivazione a basso impatto ambientale rispetto a tante altre, che riduce le emissioni di anidride carbonica (Co2).

Il nome é “HempBioPlastic” HBP, un filamento di colore marrone (quello naturale perché non vengono usati coloranti industriali), completamente atossico, più leggero e piú resistente del PLA (acido poliattico) e, soprattutto, biodegradabile.
Il prototipo risale al 2015, presentato anche all’EXPO Milano 2015 e oggi presente sul mercato.
L’idea sull’utilizzo della bioplastica, partita utilizzando la stampa 3D per occhiali da sole fatti dello stesso materiale, una macchina fotografica la “Pinhole Canapa” PHC (realizzata con canapa, cocco e PLA), giochi educativi per bambini, ciotole, si é ampliata anche al mondo delle biomasse.
Con prezzi competitivi.
La sfida ecosostenibile
L’ispirazione nasce dalla “Hemp Body Car“, il prototipo di automobile progettata e brevettata da Henry Ford nel lontano 1932 e ultimata nel 1937. Con telaio e carrozzeria realizzati con semi di soia e canapa molto più leggeri, elastici e resistenti rispetto a quello delle tradizionali automobili in metallo, ed alimentata con etanolo di canapa.
I due giovani siciliani hanno infatti sposato pienamente l’ideologia e la sfida di Ford: quella di realizzare un prodotto (industriale) con i materiali derivati dalla terra e rispettoso della terra. Quella di un’economia “circolare” (cioé che si rigenera da sola) e sostenibile.
L’idea non è solo geniale, all’epoca in cui è stata concepita, ma oggi necessaria.
Secondo una ricerca (e non è l’unica) del World Economic Forum, nel 2050 troveremo più plastica nei nostri mari che pesci. La soluzione ideale è quindi quella del riciclo, della raccolta differenziata (quella che funziona), dei comportamenti virtuosi e responsabili, delle idee ecosostenibili.
Prendiamo esempio: iniziamo a pensare al futuro, molto prossimo… per invertire la rotta. E allora sì, la bioplasica derivata dalla canapa è sicuramente una valida alternativa.