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Salvini vs Grillo: chiuderanno i cannabis shop?

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Dopo gli annunci e i comizi sulla chiusura dei canapa shop arriva la direttiva n. 11013/110(4) Uff. II-Ord. e Sic. Pub. del Ministero dell’Interno: Direttiva Salvini_cannabis

I cannabis shop non saranno chiusi come preannunciato da Salvini e la direttiva appena emanata infatti non lo prevede. E come mai? La risposta è nelle parole del Ministro Giulia Grillo: i cannabis shop non vendono droga. 《In Italia non c’è una liberalizzazione delle droghe, né pesanti né leggere. Ci sono negozi che vendono prodotti di canapa con concentrazioni Thc che non hanno effetti stupefacenti.》. E aggiunge: 《Se poi il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, per caso è in possesso di informazioni che io non ho, come è pure possibile, allora bisognerà fare altri tipi di considerazioni》.

In questa “botta e risposta” tra il Ministro dell’Interno e il Ministro della Salute viene emanata la direttiva indirizzata ai Prefetti/Commissari del Governo/Presidente della G.R. Val D’Aosta e al Capo della Polizia.

Cosa prevede allora la Direttiva Salvini?

Ha per oggetto “Commercializzazione di canapa e normativa sugli stupefacenti. Indirizzi operativi.
In pratica, partendo dalla legge 242/2016, si premette che 《viene impropriamente pubblicizzata come consentita la vendita di derivati e infiorescenze di cannabis, con una crescita esponenziale del relativo mercato, in esercizi commerciali dedicati o misti nonché on line》.
Da qui la necessità di avviare “iniziative di prevenzione” che coinvolgerebbero i rappresentati delle Regioni, i Sindaci, gli Sportelli che rilasciano le autorizzazioni amministrative, i Comandi di Polizia Locale nonché i rappresentanti della Magistratura.
Si prevede infatti una puntuale ricognizione e un attento monitoraggio di tutti gli esercizi commerciali e delle rivendite appartenenti a questo genere. In concreto l’invito é quello di: verificare il possesso delle certificazioni su agibilità, igiene, impiantistica, urbanistica e sicurezza richieste dalla legge; valutare la localizzazione e ubicazione di questi esercizi con riferimento alla loro vicinanza rispetto ai luoghi c.d. sensibili (scuole, ospedali, centri sportivi e di aggregazione giovanile, parchi giochi); avviare “servizi di osservazione” deputati a svolgere apposite analisi  sui prodotti commercializzati per scongiurare pericolose situazioni di detenzione e vendite sanzionabili in quanto non rispettosi della legge.


In ragione della preminente finalità di tutelare la salute pubblica e l’ordine pubblico, si prevede per le possibili nuove aperture di simili esercizi commerciali una distanza minima di almeno 500 metri dai luoghi individuati “a rischio” e un rapporto da presentare entro il prossimo 30 giugno sugli esiti della ricognizione svolta e sulle iniziative intraprese.

Qualche osservazione nel merito della Direttiva

Vale la pena fare un paio di brevi considerazioni su alcuni aspetti e porsi alcune domande:
1. Controlli e monitoraggi a così ampio raggio (mirati al rispetto delle autorizzazioni in materia di igiene, agibilitá, impiantistica ecc..), per coerenza, perché non vengono estesi in modo puntuale e solerte a tutte le attivitá commerciali che trattano generi alimentari o destinati al consumo umano? I vincoli in materia di urbanistica e di rispetto dei 500 metri dai luoghi sensibili perché non sono previsti anche per le rivendite di tabacchi e di articoli per fumatori? Il riferimento ai soli canapa shop o grow shop appare riduttivo e troppo settoriale, se la finalità é davvero quella di garantire concretamente la salute e l’incolumità pubblica.
2. Nella disamina delle sentenze e degli orientamenti citati non è stata menzionata e va invece ricordata, per completezza di informazione, la sentenza n. 4920 del 29/11/2018 della 6^ Sez. penale della Corte di Cassazione che ribalta i precedenti orientamenti in materia di commercializzazione di infiorescenze di cannabis. In particolare, lo ricordiamo, il rivenditore di infiorescenze di varietá di cannabis consentita dalla legge, in grado di documentarne la provenienza, non può essere preventivamente soggetto al sequestro dei prodotti, ma solo al prelievo di campioni per le successive analisi sulla quantità di THC in essi contenuti. (http://weedzine.it/2019/02/04/la-cassazione-sulla-detenzione-e-commercializzazione-di-cannabis/).

Ricordiamo in ultimo che é notizia di questi giorni l’approvazione del Consiglio Comunale di Torino di una mozione del consigliere grillino Federico Mensio per procedere alla coltivazione di cannabis terapeutica su territori comunali, come preannunciato di recente dal Ministro Grillo. (http://weedzine.it/2019/04/11/il-progetto-per-la-produzione-di-cannabis-ad-uso-medico-in-piemonte/

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